Ho questa filastrocca dolorosa
che oggi vorrei cantarvi sottovoce.
Io da bambino ho visto uccidere
uccidere tre giovani uomini
uomini come te, come me, come tutti
uomini spezzati e mangiati vivi
mangiati vivi dalla maledetta puttana
puttana del padrone che vuole la guerra
quella che cambia le spose in vedove e tortura le madri
che partorisce orfani affinché il dolore dilaghi
e scenda giù per le generazioni
con sapore di vendetta
e le dolci case della vita la maledetta le distrugge
come ridendo si calpesta un ragno.
Ho visto da bambino per davvero
quello che ora vedete in tv
con un occhio al piatto caldo della cena
e non era un cartone per i piccoli
non era un film di guerra, era la guerra
ed accadeva davvero sulla piazza
il maledetto lavoro della guerra:
ammazzare vite per ordine e politica del padrone
impiantare l’inferno sulla piazza bella del paese.
L’inferno di chi uccide, e l’inferno di chi muore:
erano entrambi armati nella gara
a chi per primo ammazza l’altro
entrambi condannati ed obbedienti
ad ammazzare oppure ad essere ammazzati.
Diverse le ragioni nelle due parti
ma uguale il mezzo e l’ira delle armi
che ammazzano anche le ragioni.
Ho visto da bambino ma ho capito dopo
che sulla piazza scese, invisibile a tutti,
l’angelo pietoso della morte
raccolse delicato i tre ammazzati
usciti così dall’ingranaggio maledetto
li portò a riposare senza nome nel cimitero di guerra
che è come dire la coperta della pace
distesa con pietà sopra il delitto.
E so pure, almeno spero, che questo angelo di pace
si sia attaccato come un benefico pidocchio
che morde la pelle dell’anima,
si sia attaccato al cuore degli uccisori
che dopo lunghi anni, nella vecchiaia amara,
abbiano pianto amara salvezza,
sì, salvezza anche per loro.
Ho visto da bambino e vedo ancora.