Questo è il primo di una serie di articoli dedicati al tema: copiare è bello. Un modo per uscire dallo stantio e vedere se qualcuno fa meglio di noi.

Tra gli errori di cui dovrei fare ammenda, e che purtroppo condivido con una larga comunità internazionale di baby-boomers gauchistes, c’è quello di essere rimasti dei professionisti della “contestazione”. Non è forse stato quello ‒ “contestatore” ‒ lo stemma di cui siamo stati fieri portatori nei nostri anni giovanili? Non abbiamo usato il meglio della nostra intelligenza a criticare «i piccoli passi», troppo occupati a spiegare che «il problema è un altro», che «prima bisogna cambiare il sistema», e a lasciare che altri si sporcassero le mani con le piccole cose di tutti i giorni? Poi ci stupiamo che la sinistra non sia più capace di proposte concrete?

Non siamo forse anche noi responsabili del tragico ritratto che ci restituisce il 57° Rapporto Censis sulla situazione sociale italiana? Eccolo: «Resi più fragili dal disarmo identitario e politico, al punto che il 56,0% (il 61,4% tra i giovani) è convinto di contare poco nella società. Feriti da un profondo senso di impotenza, se il 60,8% (il 65,3% tra i giovani) prova una grande insicurezza a causa dei tanti rischi inattesi. Delusi dalla globalizzazione, che per il 69,3% ha portato all’Italia più danni che benefici. E rassegnati, se l’80,1% (l’84,1% tra i giovani) è convinto che l’Italia sia irrimediabilmente in declino».

Siamo proprio convinti che non sia in parte colpa nostra se la generazione dei millenials viene gratificata del poco gradevole titolo di I sonnambuli nel primo capitolo del citato rapporto Censis? Possibile che continuiamo a non voler vedere il nesso: prima bisogna cambiare il sistema / contare poco nella società; il problema è un altro / profondo senso di impotenza; criticare i piccoli passi / grande insicurezza?

Ma io non posso rassegnarmi. Anche se devo riconoscere che l’Italia è «in declino» non mi rassegno all’«irrimediabilmente». Un modo ci deve essere per accendere qualche candelina di speranza e progettualità. Certo non si possono chiedere esplosioni di creatività a una «società italiana [che] sembra affetta da sonnambulismo». Per fare onorevole ammenda, propongo di cominciare con un piccolo passo: impariamo a copiare! Altri sono riusciti a realizzare cose migliori, che vanno nella direzione dei valori in cui crediamo. Non sono cambiamenti di sistema, ma almeno passi in avanti. Soprattutto sono concreti, si possono osservare, capire, analizzare e… copiare!

Mi sforzerò di aprire gli occhi, di allenare uno sguardo benevolo, e di riferire.

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