Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Non è la prima volta che ne resto colpita e penso di scriverne, ma da domenica 17 marzo sera non riesco a scrollarmi di dosso la crudeltà di un seguitissimo programma quotidiano in access prime time, tra il TG1 e la programmazione di prima serata: Affari tuoi. Amadeus è bravissimo, ma in questo caso la sua bravura è malefica, perché riesce a incollare al televisore il pubblico (soprattutto un certo pubblico, più vulnerabile) trasformando in narrazione un quotidiano invito al gioco d’azzardo puro. Ad Affari tuoi non ci si misura su nessuna componente di abilità o conoscenza, anche se il conduttore continua a ripetere: «Pensaci bene», come se ci fosse qualcosa su cui ragionare. Il “dottore”, deus ex machina che da una chiamata fuori campo offre scambi di pacchi o sostanziosi assegni per lasciare l’azzardo, vorrà aiutare o ingannare? Nemmeno questa è una bussola per un ragionamento, perché anche questo comportamento è imprevedibile, come il caso che assegna a ciascuno, in un pacco sigillato, una cifra che va da 0 a 300.000 euro.

Succede così ‒ è la storia di ieri ‒ che due giovani allevatori molisani cui si fa raccontare la fatica di alzarsi tutti i giorni alle 5,30 per mungere mucche e capre – hanno avuto in sorte 75.000 euro. Una cifra che probabilmente non guadagnano in due in un anno. Ma loro non lo sanno, nel pacco chiuso potrebbe esserci anche uno zero. Il “dottore” per tre volte consecutive gli offre 45.000 euro per abbandonare il gioco. Ed è qui che parlo di crudeltà. Ovviamente, secondo logica, avrebbero dovuto accettare, perché le probabilità di vincere una cifra più alta erano nettamente inferiori. Ma il gioco non aiuta a ragionare in termini di valutazione del rischio (cosa che sarebbe altamente meritoria, data la nostra umana difficoltà a maneggiare questa materia). Noooo, dal punto di vista dello spettacolo non funzionerebbe! Meglio attribuire ai numeri che segnano i pacchi significati magici, legati a date di nascita o di morte o a qualunque altro assurdo collegamento. D’altra parte è su questo che si basano lotto e superenalotto, che riforniscono le casse dello stato con miliardi di euro di “tasse volontarie” pagate spesso dalle fasce più fragili della popolazione.

È purtroppo perfettamente coerente con questo che la rete pubblica ammiraglia alimenti questa mentalità distorta inducendo altri sulla stessa strada, con una propaganda quotidiana che da anni, goccia a goccia, “educa” il pubblico di RaiUno a pensare che l’azzardo sia un modo per risolvere i propri problemi. Così i due ragazzi di ieri sera hanno sempre rifiutato i 45.000 euro che venivano offerti loro, sperando di vincerne centinaia di migliaia. Anche se avessero accettato, comunque, sarebbero rimasti delusi, perché avrebbero rinunciato ai 30.000 in più che erano nel loro pacco.

Ma alla fine, nel gioco di scambi alla cieca‒ su cui, ripeto, non si può ragionare ‒ sono rimasti a bocca asciutta. E a me hanno lasciato un groppo in gola. Loro non hanno vinto, ma nemmeno perso nulla. Ma quante famiglie nel nostro paese sono rovinate dalla ludopatia? È inutile discutere con una mano in parlamento di leggi contro il gioco online e con l’altra coltivarne le basi culturali. È RaiUno, non un’emittente privata. E anche Amadeus, che non sembra un cinico profittatore, una mano sulla coscienza a mio parere se la potrebbe e dovrebbe mettere.

Roberta Villa

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