Mentre le guerre imperversano, e feriscono ogni sentimento umano, perché smembrano e uccidono l’umanità, nella moschea Taiba, la maggiore di Torino, è stato invitato, il 3 aprile, Raniero La Valle a presentare il suo libro Gaza delle genti. Israele contro Israele (Bordeaux 2024). Taiba è un altro nome per Medina, la città sacra del Profeta, e questa moschea è uno dei luoghi del dialogo cristiano-islamico a Torino, da oltre vent’anni, dopo l’11 settembre.

Nelle diverse tradizioni religiose troviamo mescolate la misericordia di Dio e la spada. Tutte le scritture sacre hanno bisogno di esegesi per distinguere l’essenziale del messaggio dalle vicende storiche violente. Il messaggio, espresso in più forme e linguaggi, è che Dio è misericordia.  Come mai è avvenuta quella confusione? Non solo per il peso del male, ma per una razionalità malata.

Israele è uno Stato diverso, per quattro aspetti: il popolo, l’ordinamento giuridico, la terra, la fede messianica. Lo Stato è visto come realizzazione della promessa messianica, anche se nell’ebraismo ci sono due correnti: una attende la realizzazione non umana, ma solo ad opera di Dio, della promessa del Messia; l’altra tenta di realizzare anche militarmente la promessa. La Shoah è stato uno choc terribile, che ha portato a pensare: mai più deboli, senza potere! Israele è sorto come Stato sovrano con la piena cittadinanza dei soli israeliani, su una terra già abitata dai “nativi”, in rapporto di alternativa: o noi o loro. C’è stata la resistenza palestinese, il tentativo di pace tra due stati, tra Arafat e Rabin, accordo non realizzato: 750.000 coloni aggressivi occupano la Cisgiordania, territorio palestinese.

Il vero problema è sciogliere il groviglio religioso-politico-territoriale. Netanyahu ora è la politica di Israele. Il popolo ebreo della Diaspora non è responsabile, ma ora rischia di patire una reazione di antisemitismo.

La Valle ha scritto questo libro per amore di Israele, che si sta suicidando. Quale visione propone per il domani? Distinguere la fede ebraica dallo Stato, come vedeva Primo Levi, che poneva il centro dell’ebraismo, come spirito e cultura, nella Diaspora e non nello Stato.

Hamas è frutto del fallimento di “due stati per due popoli”. Anche Hamas deve convertirsi alla riconciliazione. C’è una terza via tra i due opposti genocidi: la misericordia tra i popoli. Forse dal male assoluto può venire la redenzione: non un miracolo richiesto, ma un’azione realizzata da noi. È un discorso politico.

Ci fu un errore politico nella nascita di Israele. Diceva Ben Gurion: impossibile l’accordo con gli arabi se non arrivano alla disperazione. Sono stati, sì, disperati, ma non abbastanza da accettare.

Israele nasce assumendo come costituzione dello Stato la Torah (la legge mosaica biblica). Netanyahu la rende “legge fondamentale” dello Stato, il 19 luglio 2018: quella terra è diritto naturale, religioso, storico solo per il popolo ebraico.

Israele stesso deve cambiare. Non per una coercizione che venga dall’esterno, ma per un mutamento dall’intimo dello spirito ebraico. Come uscì la cristianità dalla sua forma violenta? Per un processo interno alla tradizione del Vangelo. Come nacque la Costituzione italiana? Dal profondo cambiamento di coscienza del popolo verso il fascismo che aveva accettato. La punizione esterna non cambia la realtà umana. Il popolo ebraico biblico ha ragione di essere, ha una identità preziosa per tutti. Il problema è lo Stato come unico modo di essere. Il problema è se il messianismo biblico si pone in competizione con le genti, con gli altri popoli.

Lo Stato modello occidentale, di Hobbes, è un Leviatano, un “sovrano” che non riconosce nulla al di sopra di sé, e fa culminare il proprio diritto nel diritto di guerra. Ha una ideologia di competizione, di alternatività, di violenza. Lo Stato di Israele concepito così, è una entità armata, un “Dio mortale” (Hobbes), un uomo artificiale. Si tratta proprio di cambiare la nostra concezione dello stato.

L’Onu è parte del mondo com’è strutturato oggi. Istituita per la pace, condanna la guerra e anche la minaccia di guerra. Ma i cinque paesi vincitori della seconda guerra mondiale condizionano ogni decisione col loro veto: possono bloccare la pace!

Un buon dibattito è seguito alla esposizione di La Valle. A chi ritiene illusoria la misericordia e riconciliazione politica, si può ricordare il caso irlandese, e il processo «Verità e riconciliazione» in Sudafrica dopo l’apartheid. Può tornare in mente che Kant, dopo avere scritto un “progetto filosofico” per lo stato di diritto e la pace permanente, si fece da solo l’obiezione: «Ma tu pensi una umanità di angeli!». «No ‒ si rispose ‒ basta anche una umanità di diavoli, ma intelligenti».

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